Ragazze/i,
dopo aver corretto un bel po’ dei
vostri compiti e aver risposto ai vostri dubbi, prima che il corso entri nel
vivo (le iscrizioni chiuderanno il 30
settembre!!) voglio precisare una questione molto dibattuta sulle modalità
di redazione del parere:
il parere da svolgere in sede d’esame è un parere pro veritate o di
parte?
La risposta è: “dipende, ma in realtà non fa una grande
differenza”.
Per impostare bene il parere, è
necessario in primo luogo controllare se vi sia chiesto di indossare le vesti
del legale del protagonista della questione o, più raramente, di analizzare gli istituti sottesi alla fattispecie.
Nel primo caso, il parere non può
che essere di parte, ossia contenente lo
sforzo argomentativo per sostenere la (o le) tesi più favorevole al vostro
ipotetico Assistito, anche se minoritaria o risalente in giurisprudenza:
tuttavia v’è da rilevare, in proposito, la tendenza degli ultimi anni a far
coincidere – da parte del Ministero – la soluzione più favorevole con
quella espressa nella produzione giurisprudenziale più recente.
Nel secondo caso, invece, dovrete
redigere un “parere pro veritate” che, redatto in forma più solenne, è
dato non nell’interesse esclusivo dell’Assistito, bensì nell’interesse
equidistante della Verità ( per questo, negli studi, associati viene firmato
dal partner senior). Ne deriva che dovrete apprestare una maggiore cura alla
rigorosa logica giuridica, racchiusa in uno stile, per così dire, meno
apertamente di parte.
La risposta che vi ho dato “non fa una grande differenza” è data dal
fatto che se seguirete quanto vi ho spiegato nella “dispensa delle tecniche di redazione degli atti” il vostro parere
conterrà comunque le varie tesi sul tappeto (favorevoli e sfavorevoli) e poi
toccherà a voi illustrare il ragionamento logico adottato nell’aderire all’una
o all’altra posizione.
La causa delle numerose
insufficienze date nella correzione dei vostri pareri deriva dal fatto che
molti di voi, non solo in un parere di parte non hanno preso le parti del
cliente, ma non gli hanno neanche prospettato le posizioni a lui favorevoli.
Il primo compito assegnato aveva proprio lo scopo
di valutare (in una situazione difficile in cui il soggetto aveva confessato un
delitto assolutamente configurabile nel caso di specie, secondo la
giurisprudenza più recente e maggioritaria) la vostra capacità di argomentare
contro la giurisprudenza di legittimità e, in fin dei conti, di saper fare gli
avvocati!!
Ai pochi che, seppur concludendo
in maniera sfavorevole al cliente, hanno rappresentato anche gli argomenti per
difenderlo in giudizio al fine di ottenere la sua assoluzione, non potevo
negare la sufficienza.
Per qualsiasi chiarimento sapete
dove scrivermi.
A chi fosse interessato ad iscriversi al corso ricordo che le
iscrizioni chiudono il 30 settembre!
Con l’iscrizione riceverà tutte le prime dispense di penale e di
tecniche di redazione.
Per informazioni cliccate qui o scrivete a forleogi@msn.com
A presto
avv. Giulio Forleo
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