venerdì 2 novembre 2012

MODULO PENALE 3 - Corso esame avvocato Forleo


Ragazze/i,
in questo modulo di diritto penale gli argomenti che verranno affrontati sono quelli delle cause di giustificazione e del concorso di persone nel reato. Per quanto riguarda il diritto processuale verrà analizzato il Riesame delle misure cautelari personali.
Per aderire seguite la nota procedura. Chi avesse già contribuito per l'intero corso e non avesse ricevuto tale modulo, dovrà inviarmi una mail in cui mi ricorderà di tali circostanze.
Sotto forma di “elenco di massime 2012” verranno trattati, inoltre, l’associazione per delinquere e il reato circostanziato.
Su vostra richiesta ho provveduto a redigere personalmente 3 pareri sulle tre tracce assegnate (traccia modulo 2; traccia 1 prova intermedia; traccia 2 prova intermedia).
Come già anticipato su facebook, alla luce dei deludenti pareri sulla tematica “tentata rapina impropria e tentato furto”, mi aspetto da voi un maggiore impegno e approfondimento.
Come noterete dal numero di pagine e dalla complessità degli argomenti trattati, è richiesto, da parte vostra, un impegno significativo che affianchi allo studio “integrale” delle sentenze proposte il ripasso delle tematiche principali del diritto penale.
Nell’ultima pagina della dispensa troverete la traccia da svolgere a casa e da inviare all’indirizzo email correzione.elaborati@gmail.com
Buono studio!!
Roma, 25 ottobre 2012
Avv. Giulio Forleo

INDICE
Premessa……………………………………………….…………………pag. 3
Svolgimento parere assegnato nella dispensa precedente……………pag. 4
Svolgimento parere 1 assegnato nella prova intermedia………………pag. 16
Svolgimento parere 2 assegnato nella prova intermedia………………pag. 22
Tracce Cause di giustificazione……..……………………………………pag. 25
Soluzione traccia “Errore di fatto”…………………...…..….…………pag. 28
Soluzione traccia “Esimente putativa (stato di necessità)”………………pag. 31
Soluzione traccia “Stato di necessità”…………......……………………pag. 34
Soluzione traccia “Adempimento di un dovere”...…………………...…pag. 38
Soluzione traccia “Legittima difesa”..…….………………………………pag. 40
Soluzione traccia “Esercizio del diritto”…………………………………pag. 44
Tracce Concorso di persone nel reato…………...………………………pag. 46
Soluzione traccia “Determinazione al reato persona non imputabile o non punibile
Soluzione traccia “Concorso anomalo”………...…...……………………pag. 52
Soluzione traccia “Concorso morale”…………………………......……pag. 55
Soluzione traccia “Concorso morale (2)”…………………..……………pag. 58
Soluzione traccia “Concorso anomalo (il palo)”….……………………pag. 74
Massime Associazione per delinquere…………………………………pag. 78
Massime Circostanze del reato……………………………....…..……pag. 82
Traccia da svolgere a casa……………………………………...………pag. 84





TRACCIA “TENTATA RAPINA IMPROPRIA”
(assegnata nella precedente dispensa)

Forzando la serratura della saracinesca, Tizio si introduceva nel box auto di proprietà di Sempronio dove era custodita l’auto di quest’ultimo.
Salito a bordo dell’autovettura, Tizio si apprestava ad uscire con la stessa dal box.
Nel frattempo sopraggiungeva sul luogo una pattuglia della polizia.
Tizio, allarmato dalla presenza delle forze dell’ordine, scendeva dall’auto, ancora per metà all’interno del box, e nel tentativo di darsi alla fuga spingeva uno dei poliziotti sopraggiunti, il quale cadeva rovinosamente a terra fratturandosi un polso.
Pur riuscendo a fuggire, dopo pochi minuti, Tizio veniva fermato e arrestato da altra pattuglia.
Tizio si rivolge al vostro studio legale chiedendo parere motivato sulle conseguenze penali della propria condotta.

POSSIBILE SOLUZIONE
di Giulio Forleo

Viene richiesto parere legale da parte di Tizio in merito ai reati ravvisabili nella condotta di seguito descritta.
Egli, dopo aver forzato la porta di un garage, si è introdotto al suo interno e si è messo al volante dell'auto ivi custodita. Percorsi pochi metri, accortosi dell'arrivo della polizia scendeva dall'auto e si dava alla fuga, spingendo l'agente di polizia che aveva cercato di bloccarlo, causandogli la frattura del polso.
La prima questione giuridica da affrontare è quella della riconducibilità di dette condotte sotto l'unica fattispecie di "tentata rapina impropria" ovvero sotto le due diverse fattispecie, in concorso tra loro, di tentato furto e dell'ulteriore reato di violenza.
Sul problema bisogna dar conto, sin da subito, dell'esistenza di un acceso contrasto in seno alla giurisprudenza di legittimità, da ultimo composto dall'intervento delle Sezioni Unite con sentenza n. 34952 del 2012.
In particolare, secondo l'orientamento maggioritario espresso in più occasioni dalla seconda sezione penale della Corte di Cassazione e recentemente avallato dalle Sezioni Unite, la condotta di colui il quale, subito dopo il compimento di atti esecutivi diretti alla sottrazione del bene, arrestatisi "in itinere” per causa estranea alla sua volontà, abbia usato minaccia o violenza alla persona per assicurarsi l'impunità, rientra nella fattispecie di tentativo di rapina impropria, ai sensi degli articoli 56 e 628, secondo comma, codice penale.
In virtù dell'articolo 628, secondo comma, c. p., infatti, soggiace alla pena prevista per la rapina "chi adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione (…) per procurare a sé o ad altri l'impunità".
Quanto alla locuzione "immediatamente dopo la sottrazione" bisogna precisare che essa comporta la verifica dell'esistenza non solo di un nesso cronologico, ma anche psicologico tra la condotta di sottrazione e quella di violenza. È necessario, in altre parole, che il rapporto di immediatezza sia collegato finalisticamente con l'intenzione del reo di perseguire gli scopi previsti dal disposto dell'articolo 628, comma 2, c.p..
nel caso di specie, vista la contestualità delle due azioni e il chiaro intento di usare la violenza per garantirsi l'impunità in presenza della polizia, non sembrerebbero esserci dubbi sulla sussumibilità del fatto sotto il reato di rapina impropria.
Resta, però, da verificare la presenza dell'ulteriore elemento della sottrazione del bene, che evidentemente, nel caso in esame, non si è perfezionata, essendo Tizio sceso dall'auto quando questa era per metà ancora nel garage.
In questo caso, dunque, si può parlare solo di tentativo di rapina impropria e non di rapina impropria consumata, avendo l’agente tentato di sottrarre la cosa altrui ma non essendoci realmente riuscito.
Proprio sul mancato verificarsi dell'elemento della sottrazione si fonda, altresì, il diverso orientamento della cassazione che ritiene configurabile in ipotesi di tale specie il reato di tentato furto in concorso con un diverso reato di violenza. Secondo questo filone giurisprudenziale, infatti, "la configurabilità della rapina impropria, alla stregua del testuale tenore della norma incriminatrice, presuppone inderogabilmente l'avvenuta sottrazione della cosa. Mancando, quindi, tale presupposto - come si verifica nel caso in cui l'agente, sorpreso prima di aver effettuato la sottrazione, usi violenza o minaccia al solo fine di fuggire o di procurarsi l’impunità - il fatto non può essere qualificato come tentativo di rapina impropria dandosi luogo invece alla configurabilità, oltre che del tentato furto, anche dell'altro autonomo reato che abbia come elemento costitutivo la violenza o la minaccia" (Cass, sez. VI, 16 giugno 2009, n. 25100).
Quanto, appunto, alla condotta di Tizio di violenza nei confronti del poliziotto, essa  è sussumibile nella fattispecie di "resistenza a pubblico ufficiale" di cui all'articolo 337 c.p., suscettibile di concorrere tanto con il reato di furto quanto con quello di rapina impropria. Proprio con riferimento a quest'ultima eventualità la Cassazione ha precisato che il delitto di violenza può concorrere con quello di rapina impropria, giacché la violenza, pur essendo elemento costitutivo di entrambi i reati, quando venga esercitata nei confronti di un pubblico ufficiale, viola anche un interesse giuridico diverso, consistente nel normale funzionamento e nel prestigio della pubblica amministrazione.
Inoltre, la circostanza che egli abbia colpito l’agente di polizia causandogli delle lesioni fa sì che si configuri l'ulteriore reato di lesioni, ai sensi dell'articolo 582 c.p.
Sul punto la giurisprudenza ha chiarito che "quando la violenza esercitata nei confronti di un pubblico ufficiale, al fine di opporglisi mentre compie un atto dell'ufficio, eccede il fatto di percosse e involontariamente provoca lesioni personali in danno dell'interessato, si determina un concorso tra il delitto di resistenza e quello di lesioni, e per quest'ultimo sussiste l'aggravante della connessione teleologica di cui all'articolo 61, n. 2 , c.p.” (Cass., sez. VI, 20 gennaio 2004, n. 1272).
Alla luce di quanto detto, ritenendo lo scrivente di aderire alla tesi minoritaria della giurisprudenza che propende per la configurabilità del reato di tentato furto in abitazione (56 e 624 bis c.p.), Tizio risponderà oltre che di questo reato, anche dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e di lesioni personali aggravate ai sensi dell'articolo 61 numero due c.p., tutti reati uniti dal vincolo della continuazione.
Nell'ipotesi in cui, però, l'organo giudicante aderisse alla tesi maggioritaria, egli risponderebbe del più grave reato di tentata rapina impropria, aggravata ai sensi del comma 3 bis dell’art. 628 c.p., e degli ulteriori reati di cui agli artt. 337 c.p., 582 c.p..






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