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Come
si scrive è importante
quanto (e forse più) di ciò che si scrive.
Gli Esami scritti di solito
risultano più difficili (soprattutto per i laureati in giurisprudenza, poco
abituati a scrivere durante il percorso universitario) perché all'ordinaria ma
controllabile difficoltà di trovare adeguate soluzioni alle questioni
giuridiche poste dalla traccia, si aggiunge l'ulteriore difficoltà di esporre
tali soluzioni per iscritto in modo chiaro, logico, coerente e comprensibile.
Lo studio indirizzato
alla preparazione dell'esame di avvocato deve allora essere rivolto non solo
all'approfondimento degli istituti giuridici e alla loro applicazione
giurisprudenziale, ma anche all'acquisizione di tecniche specifiche per la
redazione efficace di scritti giuridici, da sperimentare ampiamente prima
dell'esame.
L’aspirante avvocato,
dunque, che voglia affrontare con sicurezza la prova d'esame deve impegnarsi in
tre basilari attività:
a) migliorare le
proprie attitudini alle prove scritte;
b) rispolverare la
conoscenza generale degli istituti e della casistica più attuale;
c) imparare a gestire
l'ansia da esame.
Obiettivo di questo
corso gratuito è quello di fornire ai candidati, spesso concentrati solo sulla
ricerca delle sentenze “papabili” in vista dell’esame, gli strumenti per
affinare tecniche utili per la redazione di atti e pareri in situazioni di
difficoltà ambientale (chi ha già fatto in esame potrà testimoniare l'estrema
difficoltà di concentrazione durante le prove scritte).
D'altronde lo stesso
legislatore nel disciplinare gli esami di abilitazione alla professione forense
(art. 1 bis, comma 9, L. 180/2003) ha indicato i seguenti criteri di
valutazione a cui le commissioni esaminatrici devono attenersi:
“a) chiarezza, logicità è rigore metodologico dell'esposizione;
b)
dimostrazione della concreta capacità di soluzione di specifici problemi
giuridici;
c)
dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici e gli istituti giuridici
trattati,
d)
dimostrazione del la capacità di cogliere eventuali profili di
interdisciplinarietà;
e)
relativamente all'atto giudiziario, dimostrazione della padronanza delle
tecniche di persuasione.”
Com'è possibile vedere
dai sopra elencati criteri la capacità di “saper scrivere” è addirittura
anteposta a quella di risoluzione di specifici problemi giuridici.
Sarà nostra premura,
dunque, aiutarvi a elevare in tempi brevi la qualità dei vostri scritti
giuridici attraverso la c.d. “tecnica dei 5 punti”:
1)
Superare la paura del foglio bianco;
2)
Lettura della traccia e progettazione del
parere ( o atto);
3)
Corretto utilizzo dei codici;
4)
Stesura del parere o atto (formule
standard per introdurre le tre parti del parere: introduzione, narrazione,
conclusione)
5)
Revisione dello scritto.
Grazie a queste cinque
fasi sarete in grado al termine del corso di redigere un parere su qualsiasi
argomento (anche su quello che non avete studiato) con il semplice ausilio dei
vostri codici commentati.
I cinque punti saranno
trattati separatamente in cinque dispense che potrete ottenere, dopo aver fatto
una donazione libera sul blog ildirittopenale.blogspot.com,
scrivendo all’indirizzo email forleogi@msn.com.
Si provvederà, inoltre,
a fornire delle risposte a domande ricorrenti quali: “quanto deve essere lungo il parere?”; “devo indicare solo la tesi che ho abbracciato o anche quella contraria?”;
quali sono i segni di riconoscimento?”; ecc.
Prima di passare
all’esame dei singoli punti bisogna però chiarire in cosa consista la redazione
di un parere motivato o di un atto giudiziario.
Quanto al parere, se vi è capitato nel corso
della pratica forense di redigerne qualcuno, resettate i vostri ricordi e
partite comunque da zero (molto spesso gli avvocati si limitano nei pareri ad
indicare la soluzione della questione prospettata senza approfondire le
questioni di diritto affrontate).
Il parere motivato è
sostanzialmente una risposta che l’avvocato-candidato dà alla domanda
prospettata da un ipotetico cliente, il quale espone una serie di fatti
potenzialmente idonei ad incidere positivamente o negativamente sulla propria
sfera giuridica.
Trattandosi di un
parere “motivato”, il candidato, oltre ad indicare le conseguenze giuridiche
dei fatti rappresentati nella traccia, deve altresì specificare il percorso
logico e le motivazioni che lo hanno portato ad una determinata conclusione.
Il lavoro da svolgere,
dunque, è quello di individuare le questioni giuridiche (di solito controverse)
poste dalla traccia, le relative norme applicabili al caso concreto e la
giurisprudenza formatasi sul punto.
Il successo di un
parere all’esame di stato sta proprio nella capacità del candidato di fondere
l’analisi fattuale del caso concreto con le appropriate e ben argomentate
motivazioni giuridiche.
Vengono valutati in
maniera negativa tanto gli elaborati che si dilungano in inutili dissertazioni
dottrinali e giurisprudenziali tanto quelli che si limitano al “copia e
incolla” delle massime giurisprudenziali che si trovano sui codici
commentati.(non dimenticate che alla fine di ogni giornata d’esame tutti
avranno trovato le stesse sentenze e tutti avranno dato la stessa soluzione al
parere, quindi non sono questi gli elementi che vi permetteranno o meno di
passare gli scritti).
Si approfondirà
comunque l’argomento quando si
analizzeranno le tecniche di redazione dei pareri.
Quanto all’atto
giudiziario, si tratta dello scritto difensivo con cui l’avvocato-candidato,
una volta analizzata la fattispecie fattuale raccontata dal cliente, introduce
un procedimento o difende il cliente in un procedimento instaurato da altri,
nel rispetto delle indicazioni formali dettate dal codice di rito.
L’aspetto formale
costituisce un punto fondamentale della redazione dell’atto, che non potrà
usufruire di eventuali sanatorie processuali: dovrà essere l’atto perfetto!!
Per non fare totalmente
affidamento sulla propria memoria vi indicheremo alcune tecniche per sfruttare
a pieno le indicazioni formali contenute nei codici di procedura.
Sebbene anche nell’atto,
come nel parere, il candidato dovrà andare alla ricerca delle questioni
giuridiche controverse deducibili dai fatti oggetto della traccia, l’atto
consiste, più che in una risposta alle domande del cliente, in una domanda indirizzata al giudice.
Da ultimo non bisogna
dimenticare che l’esistenza di un processo può far sorgere una serie di
questioni processuali il cui esito può incidere sulla decisione del giudice.
Come visto anche nei
criteri di valutazione degli elaborati indicati dal legislatore, nella
redazione dell’atto dovranno spiccare maggiormente le “capacità di persuasione”
del candidato che dovrà convincere il giudice ad adottare una decisione
favorevole al proprio cliente.
Altri aspetti che
saranno curati durante il corso sono: la capacità di gestire il fattore tempo e
il controllo della grafia.
A presto
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