di Rodolfo Murra
Chi ha una certa età ricorderà che su “Candido”,
rivista dell’immediato dopoguerra che usciva il sabato, il grande
Giovannino Guareschi (1908/1968) pubblicava immancabilmente le sue vignette dal
titolo “Obbedienza cieca, pronta e assoluta“, dove
sbeffeggiava i militanti comunisti che lui definiva trinariciuti (la
terza narice aveva un duplice scopo: serviva a far defluire la materia
cerebrale ed a far entrare direttamente le direttive del partito), i quali
prendevano alla lettera le ”istruzioni” che arrivavano dall’alto,
nonostante gli evidentissimi errori di stampa che le caratterizzavano.
Ogni vignetta era contraddistinta dal celeberrimo
motto “Contrordine, compagni!” legato, appunto, ai refusi di
stampa di cui dicevo: esclamazione profferita da un “trinariciuto” che di
norma arrivava trafelato ad impartire la nuova (stavolta corretta) disposizione
ai propri colleghi di partito.
Il 15 aprile del ’54 Guareschi fu condannato in
primo grado, a seguito di una denuncia di De Gasperi che lo aveva accusato di
diffamazione, a dodici mesi di carcere. Non presentò ricorso in appello
poiché ritenne di avere subito un’ingiustizia: “No, niente appello –
disse – qui non si tratta di riformare una sentenza, ma un costume. Accetto
la condanna come accetterei un pugno in faccia: non mi interessa dimostrare che
mi è stato dato ingiustamente“.
Questa rubrica, dal nome appunto di “Contrordine“,
non intende affatto perseguire lo scopo di fare “le pulci” al rinnovato
Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma, dove ho avuto l’onore di
restare per quattro anni, ma solo di fornire quell’informazione che,
probabilmente, nessuno vorrà dare a quei pochi (immagino) interessati ai
lavori consiliari.
E, poi, anch’io – modestamente – mi sono beccato una
bella denuncia per diffamazione a causa di un mio articoletto satirico
(peraltro frutto di due anni di provocazioni becere ed ignoranti) pubblicato
proprio su questo sito. Con la differenza, però, che il denunciante
non conosce De Gasperi.
Nessun commento:
Posta un commento