….”Vasudeva ascoltò con grande attenzione. Tutto assimilò
ascoltando:
nascita e fanciullezza di Siddharta, tutti i suoi studi, tutto il
suo gran cercare,
tutta la gioia, tutta la pena. Tra le virtù del barcaiolo questa
era una delle più
grandi: sapeva ascoltare come pochi. Senza che egli avesse detto
una
parola, Siddharta parlando sentiva come Vasudeva accogliesse in sé
le sue
parole, tranquillo, aperto, tutto in attesa, e non perdesse una,
non ne
aspettasse una con impazienza, non vi annettesse ne lode ne
biasimo:
semplicemente ascoltava.
Siddharta sentì quale fortuna sia imbattersi in un simile
ascoltatore,
affondare la propria vita nel suo cuore, i propri affanni, la
propria ansia di
sapere…da ”“Siddharta” di Herman Hesse
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In prima battuta si potrebbe pensare che saper ascoltare sia una
dote innata o acquisita con l’esperienza, ma in realtà, penso, pochi di noi si
sono mai chiesti veramente in che modo ascoltino!
In effetti quale addestramento o formazione abbiamo ricevuto che
ci permetta di ascoltare in modo da poter comprendere realmente, profondamente,
una situazione, dal punto di vista di un altro essere umano?
L’autore, Stephen R. Covey, nel suo “Le 7 regole per avere
successo”, evidenzia una regola d’oro per saper ascoltare e cioè:
“…prima cerca di capire….poi di farti capire…”
Penso che questa regola, per quanto semplice possa apparire,
racchiuda il senso di come dovrebbe ascoltare un buon avvocato per essere e non
solo apparire indipendente, competente e soprattutto obiettivo.
E’ il cosiddetto “ascolto empatico”
Per ascolto empatico si intende l’intento di comprendere l’altro,
significa sforzarsi di guardare il mondo nel modo in cui l’altro lo osserva,
cercando di capire cosa prova.
Ascolto empatico non significa essere d’accordo con qualcuno ma
capirlo sia da un punto di vista emotivo che intellettuale.
“Empatia non è simpatia”…
Ascolto empatico2significa astenersi dal: Valutare; Inquisire;
Consigliare; Interpretare; Schernire;
Generalmente ascoltiamo gli altri in modo autobiografico e
tendiamo a rispondere valutando, inquisendo, consigliando e interpretando se
non delle volte schernendo. Riporto,2 come
esempio, una delle conversazioni più difficili anche se tra le più comuni e
cioè quella con i nostri figli. (Tra parentesi è riportato lo stato d’animo
del figlio )
Figlio: “Papà non mi piace andare a scuola, non ha niente di
pratico, voglio fare come il mio
amico che ha smesso e ora lavora” (per me è diventato un vero
problema la scuola e
questo anno rischio di essere bocciato)
Il padre risponde inquisendo, consigliando e valutando:
andare a lavorare ora…, stai scherzando vero ? (non sarebbe
contento di me se smettessi
di studiare);
Cosa c’è che non va figlio mio? (allora è interessato…)
Senti, ma hai provato sul serio a metterti a studiare? (…io ho
un problema serio con la
scuola…non vuole capire…)
Ti rendi conto di quanti sacrifici stiamo facendo io e tua madre
per mandarti ad una scuola
così di pregio (ecco…ora mi deve colpevolizzare, ma io ho un
problema serio con la
scuola)
Adesso non puoi vedere i benefici derivanti dallo studio di certe
materie e poi devi guardare
a lungo termine (eccoci…. ora inizia con la sua autobiografia,…
a me interessa il mio
problema!)
Provo ora a dimostrare come dopo aver acquisito una certa
competenza all’ascolto si può
ottenere un risultato migliore guardando il problema dalla stessa
parte del figlio, per aiutarlo
a trovare una soluzione.
“il padre ascolta ripetendo le parole pronunciate e si sintonizza
sullo stato d’animo
del figlio”
Papà non voglio più andare a scuola e per le persone che non hanno
iniziativa!(figlio)
Non vuoi più andare a scuola è per le persone che non hanno
iniziativa..(padre)
Si non voglio più andarci, perdo solo tempo…!(figlio)
Pensi che la scuola sia una perdita di tempo e non ti dia niente
per il tuo futuro…..(padre).
Si il mio amico ha smesso di andare a scuola e ora guadagna tanti
soldi…!(figlio)
Si vede che ti senti proprio frustrato dall’ambiente scolastico…...(padre)
Si che mi sento frustrato vorrei fare come il mio amico! (figlio)
Secondo te il tuo amico ha avuto l’idea giusta…...(padre)
Beh, penso di si bisognerà però vedere tra un po’ di anni!
(figlio)
Pensi che tra un po’ di anni si pentirà di questa scelta
…...(padre)
Beh si se non hai un diploma è veramente difficile farsi strada
oggi…!(figlio)
Si oggi è veramente difficile…..(padre)
Ho delle difficoltà con la matematica e mi rimane difficile
parlarne con l’insegnante. Tu non
lo dirai alla mamma vero?
Cosa pensi dovrei fare?............ !(figlio)
Questo per dimostrare come un giusta attenzione al modo di
ascoltare può far emergere
l’essenza della conversazione che nell’esempio è rappresentata
dalla difficoltà del figlio di
dover giustificare con la madre il suo possibile debito in
matematica.
Imparare l’arte dell’ascolto può cambiare in meglio il nostro modo
di fare consulenza
aggiunge quel non so ché di prezioso e unico che solo un
professionista
consapevole può dare.
1 Patrizia Bonaca, dottore commercialista, mediatore Consob,
formatrice, counselor. Esercita la libera professione a Roma da circa ventianni
e si occupa principalmente di formazione nella materia della comunicazione e
sviluppo del potenziale umano, nei contesti aziendali eprofessionali. E’
presidente dell’associazione “Industria dell’esperienza” che ha tra gli scopi
principali quello della diffusione del counselinge delle tecniche adr..
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2 Cfr. Stephen R. Covey, Le 7 regole per avere successo, ed.
Franco Angeli pag. 212
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